Come dare valore alla Garganega? Il piano di riqualifica territoriale e sociale di Basaltica per nobilitare il vitigno autoctono di Gambellara (un comune in provincia di Vicenza), con un piano di riqualifica che coinvolge i piccoli vignaioli di zona.
Un bel progetto dunque, che vuole rispondere a una domanda corale: che fine ha fatto la Garganega? Chi vive e lavora nella sua zona di origine, le province di Verona e Vicenza, conosce la risposta: nonostante l’ottimo lavoro di alcuni produttori che scommettono ancora sul vitigno autoctono, nella maggior parte dei casi viene messa da parte o estirpata per far spazio a varietà alloctone più remunerative.
Ed è in questo contesto che nasce Basaltica.
L’obiettivo è quello di valorizzare la Garganega, la sua area (nello specifico la zona di Gambellara) e i suoi viticoltori. Un’iniziativa promossa da una nuova generazione di vignaioli, con una visione a lungo termine, per un territorio che attualmente è sfruttato in modo intensivo.
Lo scopo del progetto è quello di andare a riscoprire la naturale versatilità di questo vitigno, perfetto per produrre vini frizzanti, spumantizzati o fermi secchi.
Le colline di Gambellara sono infatti un terreno vocato alla viticoltura grazie alla loro natura vulcanica, che ha lasciato in eredità agli abitanti anche una cava di basalti che meriterebbe una storia a sé.
Ed ecco svelata l’origine del nome Basaltica, nato dall’unione tra “basalti colonnari” e “terroir vulcanico”. Ma in chiave femminile. Come la terra, come l’uva, come la forza.
Basaltica è nata nel 2018 dall’intuizione dei tre fondatori Federico Marchetto, Junior Jader Framarin e Matteo Franchetto, può essere considerata una “cantina dei vignaioli”. I primi attori coinvolti sono infatti i viticoltori di zona interessati a trasformare la loro uva in un prodotto che rispecchi la biodiversità del territorio. Il loro coinvolgimento è fondamentale per realizzare l’idea di cooperazione e produzione orizzontale pensata dai fondatori.
Si parte quindi con i vignaioli e il loro lavoro in vigna, portato avanti sposando un “protocollo di buoni intenti” messo a punto da Basaltica: non utilizzare pesticidi e/o prodotti fitosanitari, non utilizzare diserbanti, mantenere un comportamento sostenibile in vigneto limitando l’uso di mezzi pesanti, vendemmia in cassetta con selezione dei soli grappoli migliori.
Il passaggio successivo è il conferimento delle uve a Basaltica, che si impegna a remunerare equamente ogni produttore. Basaltica subentra poi nel controllare che il protocollo venga rispettato in vigneto, dando supporto ai vignaioli ed effettuando apposite analisi sulle uve. Nella seconda fase sovrintende invece le operazioni di vinificazione e imbottigliamento, la partecipazione a fiere ed eventi di settore, la creazione della rete di vendita e della commercializzazione dei prodotti.
La sostenibilità ambientale, dopo la vigna, viene ricercata anche con il lavoro in cantina. I vini di Basaltica sono sani, artigianali e naturali. Per questo non vengono utilizzati additivi e prodotti enologici. Tutti i vini non presentano residui chimici e gli unici interventi sono il controllo delle temperature, il bâtonnage e le follature manuali. Dalla fermentazione spontanea promossa dall’azione di lieviti indigeni è emersa la maggior presenza del lievito autoctono “Zygosaccaromyces Gambellarensis”, catalogato nel 2009 dal Consorzio Tutela Vini Gambellara in collaborazione con l’Università di Verona. La migliore espressione della mineralità del terroir avviene tramite macerazione sulle bucce, con tempistiche diverse a seconda della tipologia di vino.
I vini a base di uva Garganega
ZYGO: 100% uva Garganega, macerazione sulle bucce per 3 settimane, maturazione per 6 mesi in barrique di rovere esauste di Vin Santo. Affinamento in bottiglia prima della vendita.
RYO: 100% uva Garganega, macerazione sulle bucce per 1 settimana, maturazione in acciaio con remuage cadenzato delle fecce fini, rifermentazione con mosto di uva Garganega passita. Affinamento in bottiglia prima della vendita.
GARYDÙ: 60% uva Garganega macerata sulle bucce per 1 settimana in acciaio, 40% uva Durella macerata sulle bucce per qualche ora durante la pressatura e successiva fermentazione in acciaio. Unione delle masse al termine della fermentazione e maturazione in acciaio per sei mesi.
Dove incontrarli? Tra pochissimi giorni al Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti – FIVI, in programma a Piacenza Expo il 27/28/29 novembre 2021 c/o stand Marchetto Vini.