Arriva l’estate e con lei arriva la voglia di consumare qualcosa di fresco, che nutra, ma senza appesantire. E via quindi con le insalate fredde: di verdure, di pasta, ma anche di riso.
E c’è un prodotto perfetto per questo utilizzo: si tratta del riso nero integrale, quello che quando lo cuoci fa diventare nera tutta l’acqua di cottura e sprigiona un profumo floreale incredibile, in grado di invadere tutta la casa. Incredibile vero?
Non ho utilizzato spesso questo riso, fino ad incontrare quello buono, prodotto in piccole aziende agricole italiane. La versione commerializzata dai grandi marchi industriali non regala la stessa intensità aromatica.
Il chicco, una volta cotto, risulta abbastanza tenace alla masticazione e non rilascia amido. Questo è il motivo per cui è perfetto per le insalate, ma anche per le minestre, nella stagione invernale.
Un riso ricco di fibre, di sostanze antiossidanti e di vitamine: un concentrato di salute insomma.
Una volta recuperato del riso nero integrale, ecco un’idea per utilizzarlo al meglio e non lasciarlo in dispensa.
La ricetta e le fotografie sono di Stefano Caffarri; il riso nero integrale è quello de Gli Aironi.
Il nero e le vongole
Ingredienti
320g di Riso Nero
1 kg di vongole cornute
100g di salicornia
8 pomodorini
Peperoncino habanero
Olio, pepe, sale
Qui per prima cosa facciamo scoppiare le vongole: in una casseruola a secco, avendo cura di toglierle dal fuoco appena si aprono per mantenerle morbide. Filtriamo l’acqua rilasciata e la allunghiamo con altrettanta acqua fresca, scaldiamo e e caliamo il riso. Impiegherà 25/30 minuti ad arrivare ad un piacevole punto di cottura.
A parte affettiamo il peperoncino e la salicornia, quindi tagliamo i pomodorini a cubetti.
Quando il riso sarà cotto, lo faremo freddare un po’, aggiungeremo la metà delle vongole già sgusciate, metà della salicornia, i pomodorini e il peperoncino, lucidandolo con olio buono.
Nel piatto lo ammonticchiamo e aggiungiamo le vongole ancora con il guscio, il resto della salicornia tritata, una presa di pepe.
Parole di Lara Abrati
Foto e ricetta di Stefano Caffarri