È da molto tempo che mi chiedo come mai molte persone si siano avvicinate all’arte della lievitazione. E non parlo dei professionisti: loro sono chiaramente un’altra categoria e anche se con estrema passione, questo è essenzialmente il loro lavoro. Penso invece ai molti che fanno un altro lavoro, hanno famiglia, passioni che però spesso non mancano di dedicarsi all’arte della lievitazione.
Ci vuole tempo, anche se sembra che di tempo non ce ne sia mai. Parlo della lievitazione perchè è cuulturalmente di facile approccio a differenza ad esempio della fermentazione, da cui noi siamo culturalmente ancora un po’ distanti.
Eppure, non mancano i bravi fornai, i bravi lievitisti e pizzaioli. Non penso sia possibile semplificare al voler un prodotto più buono. Anche perchè, bisogna essere onesti: nella maggior parte dei casi i risultati casalinghi non sono poi sempre così positivi.
In particolare, in queste ultime settimane lievito e farina sono praticamente spariti dal mercato, complice l’altissima richiesta. E perchè? La via di pensiero più sempicistica porterebbe a ridurre tutto a una mera disponibilità di tempo maggiore.
Però non può essere solo questo. Forse i motivi vano ricercati in questioni più profonde e, principalmente, ne considererei 2: la voglia (e necessità) di vitalità e la gratificazione nell’avere cura e raggiungere i risultati sperati, con attenzione e pazienza.
Avere lieviti (o fermenti) in casa regala una forte sensazione di vitalità. Vedere che la materia cambia e si trasforma lentamente, ma incessantemente, regala la sensazione di essere “meno soli”, ma anche la consapevolezza che qualcosa succederà, cambierà, grazie al lavoro lento e costante di questi esserini invisibili.
Altra attitudine da tenere sempre allenata e che, a mio parere, fa la differenza è l’avere cura. E in questo la lievitazione ne è una sintesi perfetta. Avere cura dei molti dettagli e delle molte variabili che compongono la nostra vita. Avere cura degli altri, della scelta delle proprie parole, non dare nulla per scontato, dedicare attenzioni. Un’attività che sa di buono, sa di casa.
Ecco, la lievitazione è forse la sintesi di tutto questo. Sarà il motivo per cui ci piace tanto?
Ecco nel frattempo una ricetta facile per la preparazione della focaccia in casa.
È chiaro che le variabili sono molte e i più esperti storceranno il naso, ma con questa ricetta chiunque può raggiungere risultati soddisfacenti anche in assenza di strumenti come la planetaria o un forno adatto.
INGREDIENTI
500 g di farina tipo 0 o 1
6 g lievito fresco di birra
300 ml di acqua
4 cucchiai di olio extra vergine di oliva
sale fino e grosso
Per l’emulsione:
1/4 bicchiere di olio extravergine di oliva
1/4 di bicchiere di acqua
PROCEDIMENTO
Prendiamo la farina e settacciamola, aggiungiamo quindi il lievito sbriciolato. A questo punto iniziamo a integrare l’acqua piano piano mescolando bene per farla assorbire. Quando manca circa un dito di acqua, aggiungiamo un cucchiaino di sale fino. Terminiamo l’impasto attraverso l’uso di una spianatoia in legno o del nostro tavolo, ben pulito e leggermente infarinato.
Facciamo una pallina con l’impasto e mettiamo a lievitare tutta notte in un luogo fresco.
Il giorno dopo possiamo stendere l’impasto in una teglia (quella che avete, meglio l’alluminio, ma va bene qualsiasi cosa). Lasciamola riposare per circa 2 ore.
A questo punto prepariamo l’emulsione di olio e acqua mettendo in un bicchiere i due liquidi e mescolando energicamente con una piccola frusta. Versiamo il composto sulla focaccia, pratichiamo i classici buchi con l’aiuto delle dita e disponiamo i granelli di sale in superficie.
Inforniamo a 220 °C per circa 30-40 minuti: è pronta quando in superficie assume la classica doratura.
Questa è una ricetta molto semplificata, ma per iniziare ad approcciarsi a questo mondo va benissimo.
La potete condire con ciò che più vi piace oppure gustarla tal quale. Croccantezza e bontà assicurata.
Noi abbiamo assaggiato la versione con salame nostrano e stracchino del Monte Bronzone, ma anche quella con mortadella Favola e burrata pugliese.