Non so proprio da dove cominciare nello scrivere questo articolo. Avrei dovuto pubblicare mesi fa, quando ho avuto la fortuna di mettere piede all’Osteria degli Assonica, nella sua versione rinnovata. Ma poi è successo quanto abbiamo vissuto nelle ultime settimane (anzi mesi) e, dopo poco più di un mese dall’apertura del 3 febbraio, i fratelli Manzoni e Giovanna Danzo hanno dovuto chiudere le porte del loro ristorante.
Non racconterò quindi di piatti assaggiati, dell’estrema ricecatezza degli ambienti, non snocciolerò i curriculum e le super esperienze dei fratelli Alex e Vittorio. Loro sono dei fuoriclasse e non serve giustificare l’affermazione.
Lo sapete perchè? Penso fermamente che sia troppo semplice giudicare un professionista in base a esperienze fatte o risultati raggiunti. Si possono raggiungere grandi risultati, premi e riconoscimenti, ma questi fanno parte del percorso, sono sicuramente motivo di soddisfazione, ma MAI devono essere il fine.
I veri fuoriclasse sono coloro che non han bisogno di enfatizzare, ingigantire. I bravi professionisti sanno lavorare in silenzio, con costanza. Si compongono di competenza, tecnica, ma anche umiltà e valori.
Si rispettano, rispettano il prossimo: che sia un cliente, un fornitore o una persona incontrata per strada.
Se a tutto questo si aggiunge anche grande sensibilità, eleganza e finezza, ecco penso di aver descritto alla perfezione ciò che si trova varcando la porta del ristorante e incontrando la cucina di Alex e Vittorio Manzoni, ma anche il servizio e la selezione vini di Giovanna Danzo.
Mi ha emozionato assaggiare il loro piatti e in queste settimane mi è capitato spesso di ripensare all’esperienza vissuta all’Osteria degli Assonica. Dal sorriso e la competenza di Giovanna, vera padrona di casa, all’essere schivo e diretto di Vittorio e all’estrema umiltà di Alex, una persona buona, curiosa, timida. Un concentrato di umanità, competenza, appartenenza e sensibilità. Una cura e precisione spontanea, non costruita, che mette a proprio agio e non imbarazza.
Ecco, spero di aver reso l’idea. Ricordare tutto ciò mi fa venire i brividi e pensare che presto loro potranno tornare a regalare bellezza (sì, proprio di questo si tratta) a tutti noi mi rende davvero felice.
Non mi resta che fare un immenso in bocca al lupo per la riapertura del ristorante prevista per il prossimo 26 maggio e prevedere che se ne vedranno delle belle. “Ho passato il periodo di chiusura a fare prove di panificazione continue, – racconta Alex Manzoni – a curare l’orto nell’ottica del produrre per il nostro ristorante e ad approfondire la conoscenza e l’utilizzo delle erbe spontanee in cucina”. Quindi saranno tantissimi i piatti dedicati al territorio, alle piccole produzioni e a chi le produce, ma anche ai prodotti della terra.
Rimarranno alcuni cavalli di battaglia come alcune entrèe tra cui il cannolo di mais, baccalà mantecato e peperone grigliato o il cavolfiore, nocciola e acciuga.
E vi consiglio l’assaggio anche di un piatto semplice, ma che mi ha lasciato di stucco per la perfezione della sua esecuzione: spaghettino tiepido, gamberi gobbetti, pistacchio e basilico. Perfetto, dalla cottura dello spaghetto, alla scelta di accostamenti e condimenti. E poi, io adoro il pistacchio, in ogni sua forma.
Per il resto, andate e scopriteli!
Troverete un calore che accorcia le distanze.
Foto: Matteo Zanardi