Un vino accomodante e accogliente, che permette a tutti di sentirsi a proprio agio. Questo ho apprezzato di questo vino in assaggio: il Merlot Vistorta 2017, un vino che sì, porta sul groppone diversi anni, ma che non gli hanno fatto perdere la capacità di ammaliare, farsi voler bene e regalare tutta la complessità (lo sappiamo, non infinita), che questo vitigno può regalare: la bravura è stata nella sensibilità di chi, in questo vino, ci ha messo testa e mani. Una piacevole sorpresa, un vino che si è mostrato subito affabile, regalando piacevoli note di frutta rossa fresca di ciliegia, ma anche piccoli frutti rossi, che piano piano virano verso l’amarena sotto spririto, passando infine ai terziari, ricordando il tabacco, le spezie e il cacao. Incredibile la pulizia al palato di questo vino, che lo rende di beva facile (questo non significa di minor pregio, anzi), nonostante la complessità aromatica che svela piano piano. Forse è proprio questo il suo segreto: svelarsi con lentezza, senza grida e sterzate improvvise. Un vino che si racconta in tutta la sua gentilezza, per arrivare al cuore in modo intenso, ma senza disturbare.
Vistorta è un azienda agricola con una superficie totale di 220 ettari: una tenuta friulana inserita in un borgo rurale di proprietà della famiglia Brandolini. Oggi è Brando Brandolini a tenere con entusiamo le redini dell’azienda. Fermentazioni spontanee, lunghe macerazioni, vini non filtrati, viticoltura biologica: idee virtuose al servizio della viticoltura e vinificazione moderna. Vini perfettamente curati in ogni loro parte che raggiungono alla perfezione il loro scopo: la gratificazione e lo stimolo del piacere sensoriale di chi li beve.
Le uve per produrre il Merlot Vistorta 2017 provengono da vigneti coltivati a Merlot, ma con parcelle che si differenziano in relazione ai cloni, ai sistemi di allevamento e alla densità.
Il vino nasce dall’unione di vini provenienti da uve vinificate in modo tradizionale (80%) e con microvinificazioni (20%).
Per la vinificazione tradizionale, le uve di ogni singolo vigneto hanno subito una fermentazione alcolica spontanea in vasche di cemento per 8-10 giorni e una macerazione post-fermentativa di 15 giorni, con la seguente fermentazione malolattica.
Il vino è stato quindi affinato per 18 mesi in barriques di rovere francese, nuove, di primo e secondo passaggio e, a maggio 2019, queste diverse partite sono state assemblate.
Quanto alle microvinificazioni, la questione si fa più complessa perchè una parte di uve è stata vinificata in barrique a cielo aperto e, dopo la fase di macerazione e svinatura ha continuato l’affinamento in barrique, mentre una parte di uve è stata vinificata in ceramica. Quest’ultima ha subito una macerazione con vinaccia molto lunga, che si è protratta fino a 150 giorni. Di seguito la svinatura, la torchiatura e il ritorno in ceramica per un periodo totale di 365 giorni; infine il segue travaso in piccole botti di rovere francese e affinamento per un altro anno.
Il vino da microvinificazione è stato assemblato al resto nel giugno 2019 e, dopo un ulteriore anno di riposo in vasche di cemento, è stato imbottigliato a giugno 2020 senza filtrazione e chiarifica.
Ne sono nate 9700 bottiglie classiche e 300 magnum.
Il merlot che non ti aspetti: una bella interpretazione frutto dell’equilibrata interazione tra la spontaneità della natura e la creatività, capacità scientifica e tecnologica dell’uomo.
Parole, assaggio e foto di Lara Abrati