Si tratta di un’erba spontanea che cresce tra scogli e sassi, principalmente nel periodo primaverile (per poi scomparire d’inverno) nei pressi del promontorio del Conero, nelle Marche. Una pianta che ama la salsedine e che è anche chiamata finocchietto marino. In realtà era molto diffusa sulle coste Europee e i marinai la consumavano per prevenire lo scorbuto grazie al suo contenuto in vitamina C.
Quest’erba ha rischiato di scomparire per sempre a causa della raccolta indiscriminata, ma grazie al lavoro dell’azienda artigianale Rinci, è stata riscoperta e, grazie alla sua attuale coltivazione, questo prodotto è tornato sulle nostre tavole.
Dalla foglia allungata, viene coltivato esclusivamente nel Parco Regionale del Conero. Il suo nome lo si deve al fatto che le sue radici penetrano nelle fenditure della roccia e riescono a crescere bene in condizioni estreme: attualmente fa parte delle specie vegetali protette.
All’assaggio, subito si percepisce la piacevole consistenza: lo si percepisce sotto ai denti e lo si mastica piacevolmente. Poi arriva la bella sapidità, accompagnata dalla nota iodata tipicamente marina. Abbiamo assaggiato l’erba spontanea in conserva, quindi eventuali note aromatiche olfattive non abbiamo potuto percepirle.
L’azienda artigianale Rinci propone i paccasassi in diverse versioni: da quelli sott’olio alla salse, poi la maionese e i pesti.
In cucina sono molto versatili, quasi sorprende quanto stiano bene con molti altri ingredienti. Dal farcire una pizza all’accompagnare frutti di mare o filetti di pesce. E ancora, l’abbinamento tipico vede i paccasassi con la mortadella: in un panino o nella piadina. Infine, sono perfetti per condire una pasta. Provare per credere: un prodotto di nicchia che potrebbe aiutarti a fare la differenza.
In Lombardia e nord Italia, li trovate distribuiti da GOURMARC
Parole di Lara Abrati
Foto di Matteo Zanardi
In partnership con Gourmarc, distributore e selezionatore di eccellenze enogastronomiche per il B2B a Coccaglio (Bs).