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Il vino delle feste
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Tre personaggi del mondo del vino bergamasco e il loro vino delle feste

  • 5 Gennaio 2021
  • Lara Abrati
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Sappiamo bene quanto spesso sia una scelta ardua e davvero complicata quella che riguarda la scelta del vino per le feste, ma anche per i momenti speciali.

Abbiamo chiesto quindi un consigli a tre personaggi del mondo del vino bergamasco. Per non sbagliare e approcciare una buona bottiglia con più consapevolezza.

Tre personaggi del mondo del vino bergamasco e un piccolo racconto per quello che è stato il loro vino delle feste. Partiamo con Andrea Bonini, il direttore del Seminario Permanente Luigi Veronelli, editore anche della Guida Oro I Vini di Veronelli. “Durante le feste, trovare motivazioni per festeggiare è stata un’impresa ardua, – racconta Andrea – con la pandemia ancora in atto e con le sue pesanti ricadute sociali ed economiche. Eppure, è stato importante cercarle, scovare gli indizi, le speranze, i desideri che ci consentano di guardare con ottimismo anche al futuro. I grandi vini possono essere d’aiuto, ricordandoci ciò che di buono può nascere dalle competenze, dalla sensibilità e dal lavoro degli uomini e delle donne”. Consiglia un vino nuovo, recensito dalla guida per la prima volta: l’Alto Adige Pinot Noir Riserva Renaissance 2016 dell’azienda Gump Hof. “Una vera sorpresa da Fiè allo Sciliar, in Sudtirolo, noto sinora soprattutto per i suoi bianchi. Markus Prackwieser, vignaiolo, coltiva i terreni del Maso Gump, una realtà agricola con oltre due secoli di storia legata al vicino Castel Prösels. Da un vitigno estremamente esigente, l’intelligenza e la cura di Markus hanno tratto un capolavoro enologico. Un vino intenso, complesso e armonico chiamato Renaissance, Rinascimento: un augurio per tutti”.

E poi, lo stimato enologo Paolo Zadra, che ci consiglia un Recioto di Soave, Le Sponde 2018 di Coffele. “Una tipologia considerata “minore” nel panorama enologico italiano, un passito. – racconta Paolo – Li chiamiamo vini da meditazione. Poi a pensarci bene, se ci meditiamo davvero, ci rendiamo conto che viviamo in un’epoca nella quale meditare è visto come perdere tempo e occasioni. Lo scelgo perché mi emoziona. E’ un vino cangiante, mai banale, direi sornione. Lo apri e subito ti cattura, lo dimentichi qualche minuto e già ti stupisce. Se poi hai la forza di non finirlo ti sorprende e non ti stanca mai. Alla degustazione troviamo un’infinita serie di sentori: albicocca disidratata, fichi secchi, agrumi canditi per arrivare a tabacco biondo speziato. In bocca è lunghissimo, certamente dolce, ma mai stucchevole, di enorme struttura. Perfetto con una selezione di formaggi o, perché no, con un bel Foie Gras”.

Infine, il nostro sommelier Federico Bovarini con una bollicina firmata Ferrari, Riserva Lunelli, Trento DOC. “Si parla di una bollicina di montagna, – racconta Federico – a base chardonnay in purezza, la quale fa un affinamento sui lieviti di minimo 84 mesi e un passaggio in botte di legno prima della presa di spuma. Dalla bollicina vellutata, finissima, che riflette il bellissimo colore dorato di un vino che comincia ad avere qualche anno sulle spalle. I profumi al naso ci ricordano appunto il Natale con queste leggere note di scorzetta di arancia e cedro, il profumo del panettone appena sfornato, leggere sfumature di cannella, la crema pasticciera e in fine le erbe di montagna che ci ricordano la freschezza delle dolomiti”. Un vino perfetto, dall’antipasto al dessert.

Tre vini, tre capolavori enologici, frutto della storia, del lavoro e della creatività di persone che ogni giorno credono nel proprio lavoro.

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