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Groundnut soup e fufu, la zuppa di Osas che si mangia tutti i giorni in Nigeria

  • 9 Settembre 2025
  • Giulia Ubaldi
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Ho conosciuto Osas in un centro di accoglienza, Borgo Figino, nel periodo in cui stavo aprendo il LAC. Non è stato facile avvicinarmi a lei, all’inizio era (giustamente, vista la sua storia) molto diffidente, ma poco dopo, è bastato iniziare a parlare di cibo per entrare subito più in confidenza. Ci siamo incontrare poi più volte, siamo andate a fare la spesa insieme e abbiamo preparato vari piatti, anche se poi alla fine Osas non si è sentita di insegnare al Laboratorio. Tra questi, uno mi è rimasto particolarmente impresso: la groundnut soup, cioè la zuppa di arachidi che si mangia quasi tutti i giorni in Nigeria, in abbinamento al fufu, una sorta di pane bianco che fa posata e che Osas si divertiva a far saltare in aria con le mani.

Qualcosa a proposito di Osas

“Non mi piace cucinare, ma sono bravissima”.

Nata il mio stesso giorno (ma dieci anni dopo), cioè il 27 dicembre 2000 sotto il segno del Capricorno, nella regione di Edo, in Nigeria, Osas è una veramente tosta. Ha imparato a cucinare fin da piccola da sua mamma. “Ma la cucina non è mai stata la mia passione, eppure sono capace!”

Dal 2016 vive a Milano a Borgo Figino, un complesso residenziale sociale che si trova nello storico quartiere a ovest della città e lavora in una sartoria. “Cucire mi piace moltissimo, altro che cucinare!”, scherza Osas, che dietro questo suo modo di presentarsi un po’ tosto da leadership nasconde un animo caldo, emozionante e pure molto ironico. “Comunque se proprio ci tieni, ti spiego come si prepara questa zuppa”, mi dice.

Che cos’è la groundnut soup, ovvero la zuppa nigeriana di tutti i giorni

La groundnut soup è un piatto molto diffuso in Nigeria, ma non solo. Questa zuppa di arachidi, infatti, costituisce uno dei pasti base anche in altri paesi, dagli Stati Uniti all’America Latina, fino a Taiwan; ma la sua origine pare che sia proprio a Benin, nella regione Edo a sud della Nigeria, dove si mangia anche tutti i giorni. In questa zuppa sono presenti sia pesce, di solito sgombro, che carne, quasi sempre di manzo; in aggiunta verdure, olio di palma, spezie e erbe varie.

Pezzo forte di questo piatto è l’accompagnamento con il fufu, una sorta di pane fatto con farina di mais, olio, acqua e sale, che fa anche da posata, visto che è proprio con questo che Osas prende e mangia la groundnut soup.

A volte la zuppa viene accompagnata da una ciotola di jollof rice, il tipico riso nigeriano cotto in un modo particolare con il pomodoro. Ma questo, non ha voglia di spiegarmi come si fa.

La ricetta della groundnut soup di Osas

Ecco la ricetta che Osas ha imparato da sua mamma.

Ingredienti

140 g arachidi

100 g olio di palma

350 carne di manzo

50 g bitter leaves

200 g peperoncino

200 g farina di riso

15 g gamberetti secchi polverizzati

8 g dado in polvere

6 g sale

250 g merluzzo fresco

2,4 l acqua

Procedimento

Cuocere per 15 minuti la carne in 1 litro di acqua, aggiungendo il sale e il dado. Aggiungere poi il pesce (a pezzi) e cuocere il tutto per altri 5 minuti. Togliere la carne e il pesce dalla pentola e tenere l’acqua di cottura. Aggiungere le arachidi nell’acqua e cuocere per 5 minuti. Successivamente aggiungere ancora 1 litro di acqua, 3 g di sale, peperoncino, la carne e il pesce con tutto l’olio di palma. Cuocere per 8 minuti. Poi aggiungere i gamberetti secchi polverizzati e bitter leaves. Cuocere per circa 3 minuti.

Per il fufu:

Mettere a bollire l’acqua rimanente, cioè 400 ml, in una pentola piccola. Quando l’acqua bolle, buttare la farina di riso piano piano per non fare grumi e lavorare con il mestolo di legno fino ad ottenere un composto morbido. È importante che il composto non risulti troppo appiccicoso o asciutto. Lavorare il fufu con le mani e infine fare una pallina da servire insieme alla zuppa.

Ma da Osas non ho imparato solo la ricetta di questa zuppa, ma anche molte cose che non sapevo sulla Nigeria.

Tra musica, poesia e letteratura in Nigeria

Mentre eravamo in macchina, Osas mi ha fatto conoscere il rapper nigeriano African China, che abbiamo poi ascoltato tutto il giorno a massimo volume. I suoi testi sono spesso denunce sociali e politiche della corruzione in Nigeria, un po’ come la scrittrice Chimamanda, di cui mi parla sempre Osas, vincitrice del Commonwealth Writers’ Prize per la categoria First Best Book con “L’ibisco viola”, e del premio internazionale Nonino per “Metà di un sole giallo”.

Chimamanda Ngozi Adichie, nata nel 1977 a Enugu, è cresciuta a Nsukka, una piccola cittadina universitaria nel sud della Nigeria. Quinta di sei figli, appartiene a una famiglia di etnia igbo. Il padre, James Nwoye Adichie, lavorava come professore di statistica all’Università della Nigeria; la madre, Grace Ifeoma, fu la prima donna a diventare direttrice della stessa università. Per un anno e mezzo Chimamanda ha studiato lì Medicina e si è occupata della revisione del giornale The Compass, una rivista gestita dagli studenti. Il suo esordio è avvenuto nel 1997 con la pubblicazione di una raccolta di poesie (Decisions). L’anno dopo ha scritto un’opera teatrale, For Love of Biafra, che narra la vita di una giovane donna Igbo al tempo della guerra civile nigeriana. Durante gli ultimi anni di Università ha iniziato a lavorare al suo primo romanzo, Ibisco viola, quello che l’ha resa celebre ovunque, riscuotendo un grandissimo successo e importanti riconoscimenti. Nel 2015 la rivista Time l’ha inserita nella lista delle cento persone più influenti al mondo.

Vi lasciamo con l’invito a prendere uno dei suoi libri, ascoltando le canzoni di African China e… ovviamente mangiando una groundnut soup!

Foto di Carlo Manzo

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