Il periodo del Carnevale arricchisce le nostre tavole di numerosi dolci, tipici di ogni zona d’Italia. In genere preparazioni molto ricche e sontuose, spesso che prevedono la frittura e l’aggiunta di zucchero o creme speciali. Questo perché il Carnevale, nella tradizione religiosa, precede un periodo normalmente dedito al controllo e all’astinenza, la Quaresima, che precede appunto la Pasqua. Ecco che sulle tavole del carnevale arrivano le classiche frittelle, ma poi anche le chiacchiere, le castagnole, i tortelli, di cui in parte abbiamo parlato anche qui.
Andando oltre e cercando di entrare negli usi locali, sono moltissime le preparazioni di cui la nostra Penisola si compone: gli struffoli napoletani, la crescionda di Spoleto, i chifelini, i krapfen, il berlingozzo, i cecamarini, il migliaccio, le zeppole sarde e chi più ne ha ne metta.
Esiste anche in dolce prodotto in una piccola zona del nord Italia, una sorta di focaccia dolce prodotta tradizionalmente nella conca ampezzana. Un dolce lievitato dall’impasto semplice il cui nome vuole dire abbraccio, già questo racconta molto del significato di questa ricetta, che va oltre il suo consumo nel periodo di Carnevale (non nasce nello specifico per questa ricorrenza): è infatti un dolce consumato tutto l’anno in occasione di ricorrenze e non solo. Viene servito al centro del tavolo dove ognuno dei commensali è libero di prenderne un pezzo con le mani.
L’interpretazione dello chef Federico Rovacchi: Brazorà sfogliato
Trasformare, ma con cautela. Ci sono piatti semplici, ma che racchiudono significati sociali complessi e un po’ è anche il caso di questo dolce, a cui lo chef si è avvicinato in modo gentile, aggiungendo il proprio senza stravolgere. Nasce così un dolce sfogliato frangrante e leggero, il cui impasto è arricchito da un burro aromatizzato al sambuco e, successivamente, il dolce viene laccato con lo stesso grasso. Viene servito come consuetudine al centro del tavolo e spezzato con le mani dai commensali, prima di essere tuffato nello zabaione.



Lo trovate a Baita Piè Tofana a Cortina da Ampezzo (BL).
Foto Alex Molig